IL RICORSO ALLA CHIRURGIA

Il ricorso alla chirurgia come metodica contro l’obesità (chirurgia bariatrica) si basa sul fatto che la riduzione del peso indotta da restrizioni dietetiche, associate o meno a modificazioni comportamentali o a terapia farmacologia (orlistat e sibutramina), è spesso gravata da un’inaccettabile elevata incidenza di ri-guadagno del peso corporeo entro 2 anni dalla perdita di peso massimale.

Il paziente obeso diventa candidato ad un trattamento chirurgico quando dopo ripetuti tentativi dietico-comportamentali e/o farmacologici presenta un indice di massa corporea (BMI) ³ 40 o > 35 se sono presenti co-morbidita’.

Mentre le tecniche chirurgiche “malassorbitive” vanno riservate a quei pazienti gravemente obesi in cui e’dimostrata o prevedibile una incapacita’ ad adeguarsi alla riduzione degli introiti alimentari, quelle cosiddette “restrittive” necessitano di una “compliance” da parte del paziente, cioè l’accettazione di restrizioni dietetiche con l’impegno e la disponibilità ad essere seguito periodicamente nel post-operatorio per lungo tempo.

La selezione dei pazienti candidati alla chirurgia bariatrica e la scelta del tipo di intervento deve scaturire da una collaborazione e co-operazione tra componenti mediche facenti parte di un team multi-disciplinare dove, oltre al chirurgo bariatra, un fondamentale ruolo spetta all’endocrinologo, allo psichiatra e allo psicologo dediti allo studio dei disturbi del comportamento alimentare, all’internista alimentarista con il personale di dietologia, ma anche a tutti quegli specialisti (cardiologo, pneumologo, radiologo, anestesista, etc) coinvolti nella valutazione e trattamento delle patologie associate all’obesità.

Nell’approccio al paziente obeso, anche in presenza di un rigoroso rispetto delle indicazioni e a fronte di una importante e significativa efficacia delle diverse procedure chirurgiche bariatriche, non vanno assolutamente sottovalutate le possibili complicanze derivanti da questo tipo di chirurgia, sia in termini di vere e propria complicanze che di cosiddetti effetti collaterali. La conoscenza ed il riconoscimento di tali complicanze è pertanto il requisito fondamentale per poterle trattare al fine di ridurre la mortalità peri- e post-operatoria e migliorare la qualità di vita dei pazienti.

Conclusioni

L’obiettivo della chirurgia bariatrica è quello di ottenere con la mortalità e morbidità più bassa possibile, una perdita di peso significativa a lungo termine. Il confronto tra le varie tecniche chirurgiche bariatriche, sotto il profilo dell’efficacia nel lungo tremine, è ovviamente a favore degli interventi malassorbitivi rispetto a quelli puramente restrittivi. Ciononostante in presenza di corrette indicazioni riguardanti l’età, il comportamento alimentare, il grado di obesità e le co-morbidità presenti, ogni tipo di intervento ha un proprio ruolo con effetti duraturi sul calo ponderale, con percentuali di EWL (perdita di eccesso di peso) compresi tra il 50% e l’90% a 5 anni. Ogni procedura ha complicanze talora rischiose e potenzialmente mortali; la loro conoscenza fa si che il chirurgo bariatra  apporti accorgimenti di tecnica e di terapia per prevenirle; la conoscenza dei mezzi a disposizione per trattare tali complicanze quando si sono sviluppate ha comunque sempre più ridotto la mortalità post-operatoria rendendo oggigiorno il rapporto rischio-beneficio più che accettabile.